venerdì 18 giugno 2010

VERO e FALSO in COSMESI: falsi miti e leggende metroplitane dell'era di internet


"Oggi i cosmetici non solo tengono ma sono passati da bene accessorio a bene necessario" .Cosi ha esordito Angela Alberti ,Segretario Regionale Adiconsum Lombardia ,nel corso del convegno ,dal titolo "VERO e FALSO in COSMESI",tenutosi ,lo scorso mercoledi 16 giugno ,al Palazzo delle Stelline di Milano.
Alberti ,il cui intervento è seguito ai saluti e alle introduzioni di Elio Mignini e Giulio Pirotta ,rispettivamente, Presidente e Consigliere di SICC (Società Italiana di Chimica e Scienze Cosmetologiche) ha ,poi, aggiunto che "il motivo per cui 2/3 dei consumatori non possono fare a meno dei cosmetici è dovuto al fatto che questi ultimi fanno stare bene con se stessi e con gli altri anche se si asssiste ,ultimanente, ad un fenomeno ,cosiddetto, di "polarizzazione" dei consumatori che diventano ,sempre, più esigenti e quindi si orientano ad un acquisto ,sempre, più mirato".
I consumatori ,però, hanno bisogno di certezza a trasparenza sui contenuti dei prodotti di cui fanno uso ,ecco il motivo per cui occorre fare luce e sfatare molte leggende anche perchè navigando on line si trovano molte notizie negative tra
cui ,ad esempio, il fatto che gli "antitraspiranti sono cancerogeni" o "i rossetti contengono piombo" ovvero che "gli imballaggi di alluminio siano incompatibili con il forno a microonde" e via discorrendo.
Fidarsi è bene non fidarsi è meglio dicevano, saggiamente, i nostri genitori.
Oggi sia nella pubblicità che sul web e non solo, sembra che le parole d'ordine per il successo di un prodotto siano "naturale", ecologico, "biologico" hanno riferito alcuni relatori come Luigi Rigano dell'omonimo Laboratorio di Consulenze Industriali e Marcello Oddini di Tecniche Nuove.
Molti tra i consumatori di cosmetici sono, dunque, particolarmente, attenti a ciò che acquistano ma trovano difficoltà a documentarsi sui contenuti dei prodotti che desiderano acquistare. Si affidano ,perciò, ad internet per avere notizie circa i contenuti e le proprietà di detti prodotti. "Ma forse non a tutti è ben chiaro che la rete informatica mondiale è tutto meno che un luogo dispensatore di certezze" chiarisce Oddini.
Sono , necessarie maggiori garanzie per il consumatore al fine di stabilire la tossicità delle materie prime aveva ,del resto, riferito nel proprio, precedente, intervento Marina Marinovich, docente dell'Università degli Studi di Milano anche se " le maggiori autorità nelle discipline medico-scientifiche, insieme ai più autorevoli cosmetologi hanno contribuito oggiorno alla minimizzazione dei rischi connessi all'uso dei prodotti" ha precisato Mignini.
Occorre ,però, fare attenzione al linguaggio e alla differenza tra pericolo e rischio, parole che non sono per niente sinonimi- aveva chiosato Marinovich asserendo che " in materia di tossicità vero e falso non esistono, infatti, una sostanza PERICOLOSA è una sostanza potenzialmente dannosa e una sostanza RISCHIOSA è una sostanza ,probabilmente, dannosa ma diventa PERICOLOSA solo al verificarsi di determinate condizioni e cioè se usata in determinate quantità e utilizzata con una certa frequenza".
"La valutazione della tossicità delle sostanze nei cosmetici- aveva concluso Marinovich- è una procedura complessa e assolutamente affidabile quindi è davvero difficile che un ingrediente sfugga al controllo di sicurezza. L'Unione Europea ha legiferato in proposito in modo molto dettagliatp e rigido. Se davvero si legge qualcosa che non ci convince e si ha il dubbio che sia falsa l'aiuto viene anche dal web con siti come farmacovigilanza.org dove si possono reperire tutte le normative in materia cosmetica e snopes.com o attivissimo.blogspot.com che ci aiutano a smascherare ogni falsità".
Occorre ,però, adottare "un sistema non troppo drastico- ha spiegato Oddini- che tenti ,cioe, di distinguere il "buono" dal "cattivo" verificando ,invece, le fonti per "conoscere dall'interno come possono agire i meccanismi di connvincimento del consumatore onde evitare sia facili allarmismi ma anche eccessiva credulita" ha puntualizzato Sivio Pacillo, consulente di Marketing.
"E' necessario ,quindi, un linguaggio chiaro e comunicazione etica per difendere i consumatori anche al fine di far cessare gli attacchi ingiustificati ai prodotti" ha precisato Mignini.
Esiste ,infatti, anche il rovescio della medaglia dal momento che Internet come ogni media è spietata e per giunta è dotata di memoria storica dal momento che nulla viene disperso o cancellato - ha riferito, alla fine del convegno, Viviana Poletti di Hill& Knowlton- citando alcuni casi eclatanti di bloggers "non amichevoli" come il caso del Carrefour di Assago" o quello del "The Jesus Shot". Cosa può fare allora l'azienda per rimediare?
Usare lo stesso sistema e con ironia lo stesso linguaggio dei bloggers, ha risposto Poletti.
Dubitare è ,dunque, lecito ma per crederci occorre andare con i piedi di piombo ed è falso dire che il rischio non c'è o che prevalgono ,invece, i benefici.
"Possiamo con un comportamento edeguato e responsabile ricostruire fiducia e opporci all'intolleranza. C'è bisogno, però ,come in tutte le cose, di chiarezza e trasparenza e di adeguati strumenti legislativi e tecnici per garantire la sicurezza dei prodotti" ha concluso Mignini riferendosi all'immninnete entrata in vigore del nuovo regolamento cosmetico europeo. I messaggi soprattutto quelli via internet vanno ,comunque, attentamente valutati e verificati e in ogni caso come sia opportuno adottare i seguenti accorgimenti:
- usare il buon senso
- verificare la fonte della notizia
- comprendere bene la terminologia usata (distingui tra pericolo e rischio)
- chiederti perché mai una simile notizia sia stata diffusa (può giovare a qualcuno?)
- e se proprio non trovi spiegazione, meglio rivolgerti a chi è più competente: medico o cosmetologo che sia.
È questo in sintesi quanto è emerso dal congresso della SICC che ci insegna ,come a sia ,ancora, attuale il detto di Orazio: "in medio stat virtus" e cioè come, in tutte le cose, non si debba esagerare nel credere che tutto sia "buono" o "cattivo", "vero" o " falso" ma che la verità stia ,appunto, nel mezzo e ,comunque, vada sempre verificata!
Gianni Longhini

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